Il terzo estratto di profumo di PantaRei.
“Te lo leggo negli occhi” è una rievocazione di un amore “sfiorato”, il ricordo di una gita bucolica di gioventu’ dove capii che l’amore, il mio primo amore di gioventu’, era diretto alla fine dei suoi giorni.
Dentro questa creazione, dedicata a quei giorni di giovanile angoscia d’amore, sta il ricordo estemporaneo delle sensazioni olfattive (oramai maturate con gli anni): il ricordo è vivo ma il tempo mi ha donato la facoltà di guardarmi dall’esterno, provando certamente tenerezza per quel giovane “impietrito” dalla delusione ed inconsapevole del futuro e di cio’ che avrebbe potuto riservare ad un ragazzo che appena si affacciava alla vita.
Qui le note “fumose” che escono in un secondo momento, esordio lasciato al fico ed al lampone, bergamotto, pompelmo (vivo è il ricordo delle note fruttate), poi geranio e note verdi ed il cipriolo con la sua terrosità ambrata e legnosa. Tutto mi riporta in quel posto, in quel momento.
Un addio è come un capitolo che si chiude, un momento in cui due percorsi si separano. Può essere avvolto in emozioni intense e contrastanti. Nel momento dell’addio, ci sono spesso occhi che si sforzano di nascondere la tristezza, sorrisi che cercano di mascherare il dolore e parole che cercano di racchiudere tutto ciò che è difficile da esprimere.
Ci sono abbracci che durano un po’ più a lungo del solito, come se si volesse trattenere il tempo e sguardi che cercano di incidersi nella memoria. Le parole possono oscillare tra un addio solenne e l’auspicio di un “arrivederci” carico di speranza.
Un addio può essere silenzioso, con le parole che pesano nell’aria o può essere accompagnato da lacrime e singhiozzi.
Può essere un momento di liberazione o un nodo alla gola difficile da sciogliere.
In fondo, un addio è un passo necessario, anche se doloroso, nella direzione dell’accettazione di nuove prospettive e nuove fasi della vita.
Di tutto questo è intriso questo estratto di profumo, nel quale una piccola percentuale è della parte mia piu’ intima.
ps. Evocativa è la canzone di Endrigo (ripresa dal Maestro) che in quei giorni, non ricordo perchè, passavano alla radio con una certa insistenza.
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